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Al Giardino degli Ulivi b&b

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Museo civico (Gubbio)



Il Museo civico di Gubbio con sede nel palazzo dei Consoli costituisce una importante raccolta di reperti archeologici, di dipinti e di ceramiche.

La sezione archeologica ha sede nell'ampio salone dell'arengo, nell'ex sacrestia e nella cappella del palazzo.

Nel salone sono esposti diversi reperti provenienti da scavi eseguiti nei dintorni sino al XIX secolo ed in particolar modo dai resti del Teatro romano di Gubbio come frammenti o parti di sculture, marmi di epoca romana e medievale, iscrizioni ed un sarcofago di età romana. Nell'ex sacrestia vi è la raccolta numismatica, con monete che vanno dall'età umbra al XVIII secolo. Nell'ex cappella sono invece custodite le sette preziose Tavole eugubine, vendute al comune di Gubbio nel 1456. Le prime tavole (dalla I alla IV) sono state scritte, probabilmente, intorno al III o al II secolo a.C., in caratteri umbri. Le tavole VI e VII sono scritte in alfabeto latino e sembra che possano risalire al I secolo a.C. La tavola V è scritta in caratteri umbri nella faccia a e nelle prime sette righe della faccia b. Le rimanenti righe (8-18) sono invece in caratteri latini. Le tavole scritte in alfabeto umbro sono dette "paleoumbre", quelle scritte con alfabeto latino sono dette "neoumbre".

Nella sala della loggetta è esposta la sezione delle ceramiche, costituita da diversi reperti di manifattura eugubina dal XVI secolo al XIX secolo. Fra i pezzi più importanti vi sono due piatti di Giorgio Andreoli del 1527-28 ed alcune parti di corredi di farmacie.

Nel piano superiore del palazzo è sistemata dal 1909 la pinacoteca comunale, distribuita in cinque sale.

Nella prima sala vi sono un tondo raffigurante la Madonna col Bambino del XIV secolo ed una Crocifissione del XIII secolo; nella seconda una Incoronazione della vergine della seconda metà del '400 ed un San Vincenzo Ferreri; nella terza una terracotta quattrocentesca mentre nella quarta diverse opere rinascimentali. Nell'ultima sala è conservato un dipinto attribuito al Sassoferrato.

fonte: wikipedia